
Un momento della serie i Dodici giurati. Il primo personaggio, partendo da sinistra è l’imprenditore determinato a rispettare le regole della sicurezza nella sua impresa, ma che si troverà confrontato ad un incidente sul lavoro di un lavoratore clandestino.
Cercando tra le tante serie televisive disponibili su Netflix, si può approdare ad una serie, I dodici giurati, che contiene oltre ad altri temi sociali, anche quello complesso della sicurezza sul lavoro.
Il titolo lascia intuire il ruolo centrale che ricopriranno 12 giurati scelti per giudicare una madre accusata di duplice omicidio. Noi siamo stati incuriositi dalle storie parallele dei singoli giurati, alcune delle quali si intrecciano tra di loro e con quella dell’imputata. Uno di questi, è un uomo separato ed erede assieme al fratello di un’impresa familiare in crisi che cerca di risollevarsi intraprendendo un percorso di legalità e trasparenza. Qui, si scontra con il fratello che invece ritiene che per sopravvivere l’azienda possa ogni tanto chiudere un occhio sulle regole. Tra i due, la diatriba continua all’insegna del confronto. Tutto cambia quando il fratello determinato a rispettarle scopre che un lavoratore visto la sera prima in cantiere (e sul quale il fratello aveva giurato l’assoluta regolarità) giace disteso a terra incosciente, probabilmente precipitato dall’alto. Chiamato il fratello, quest’ultimo giura di non essersi accorto di nulla. A questo punto si decide che l’unica opzione per poter salvare la vita al lavoratore sia chiamare il pronto intervento sanitario per denunciare l’accaduto.
Il fratello che era rimasto sul cantiere, intanto, messo alle corde dall’imminente telefonata al pronto soccorso, è costretto ad ammettere la clandestinità del lavoratore. Aggiunge di non aver avuto scelta perché che se le autorità lo avessero scoperto avrebbero rovinato per sempre i due fratelli e l’impresa familiare.
Quello che conta è che la serie tratta l’argomento mostrando due opposte visioni dello stesso problema. Il fenomeno nella realtà è meno manicheo perché sono tantissime le variabili che entrano in gioco, umane, materiali e accidentali.
Fa comunque piacere che una serie rivolta al grande pubblico, abbia sentito il bisogno di sensibilizzare lo spettatore su questo argomento, assieme ad altri problemi ritenuti socialmente rilevanti. Alla stessa data di questo articolo, tra l’altro, è avvenuto l’ennesimo incidente: un uomo ultracinquantenne è caduto da un’impalcatura da un’altezza di tre metri, riportando lesioni mortali.
Per concludere, i due fratelli decidono di abbandonare il lavoratore clandestino su una panchina pubblica per poi chiamare il pronto soccorso. E’ un gesto spregiudicato che pochi compirebbero nella realtà. Si vuole ricordare, con una provocazione, che anche le persone inizialmente più ligie ed oneste possono trovarsi a compiere azioni fin lì per loro inimmaginabili. Alla fine i due fratelli preferiscono allontanare una conseguenza secondaria (la denuncia dell’incidente sul cantiere) rimuovendo dalla coscienza quella primaria (l’incidente sul lavoro).
Ricorrere narrativamente ad artifici così estremi è comunque efficace ad evidenziare un problema che coinvolge tutta la società e il mondo produttivo. Alla fine, non si capisce bene se il lavoratore fosse o meno sprovvisto di attrezzatura anticaduta, ma a quel punto della storia la domanda rimarrà senza risposta.
Paolo Conte
Ufficio stampa
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